UN
PONTE TRA
I CUORI
Manca un ponte tra i cuori, fra i cuori degli uomini lontani,
fra i cuori degli uomini vicini,
fra i cuori delle genti,
che vivono sui monti e sui piani
di tutti i continenti.
Se questo ponte ci fosse,
gli uomini si scambierebbero
I segreti, i motivi lieti,
il sorriso e il perdono.
Dovrebbero l'uno all'altro,
come per un incanto,
la confidenza della pena
e tornerebbe serena
la fronte dopo il pianto.
Eppure l'uomo non sa innalzare
questa passerella d'amore,
manca lo slancio al cuore.
Aiutalo tu, fanciullo,
costruisci con le tue mani,
senza travi,
questo grande lavoro,
questo ponte d'oro,
in un mare di luce,
questo ponte che conduce
da Oriente ad Occidente
e da Occidente ad Oriente
una sola gente.
ALBARET




L’IMPORTANTE E’ SEMINARE
Semina, semina.
L’importante è seminare.
Poco, molto, tutto.
Il grano della speranza.
Semina il tuo sorriso,
Perché risplenda intorno a te.
Semina le tue energie,
per affrontare le battaglie della
vita.
Semina il tuo coraggio,
per risollevare quello altrui.
Semina il tuo entusiasmo,
la tua fede, il tuo
Amore.
Semina le più piccole cose,
i nonnulla.
Semina e abbi fiducia.
Ogni chicco arricchirà
il più piccolo angolo della terra.


L’uomo è irragionevole,
illogico, egocentrico
NON IMPORTA,
AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno
secondi fini egoistici
NON
IMPORTA,
FA’ IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA,
REALIZZALI
Il bene che fai verrà
domani
dimenticato
NON IMPORTA,
FA’ IL BENE
L’onestà e la sincerità
ti rendono vulnerabile
NON
IMPORTA,
SII
FRANCO ED
ONESTO
Ciò che per anni hai costruito
può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA,
COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA,
AIUTALA
Dà al mondo il meglio di te,
e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA,
DA IL MEGLIO DI
TE.
da
una scritta sul
muro
a
Shishu Bhavan,
la
casa dei bambini
di
Calcutta
fondata da
Madre Teresa
Il sostegno a distanza
è
un atto di solidarietà
.
Consiste nell’impegno
morale di inviare
un contributo economico
stabile
e continuativo
a minori, adulti, famiglie
e comunità ben
identificate,
in condizioni di necessità,
per
offrire loro
la possibilità
di migliorare
le proprie condizioni
di vita
nell’ambiente
sociale e culturale
in cui vivono.
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GLI AIUTI NEL MONDO
Africa
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La
nostra presenza in Rwanda, si manifesta con la
collaborazione, dal 2003, con l’Associazione “ Giuliano n’abana”,
nata per continuare il progetto di Giuliano Berizzi,
missionario laico di Nese Alzano Lombardo, che ha amato immensamente
questo
Paese, tanto da rimetterci la vita.
In questi anni abbiamo contribuito agli studi di alcuni ragazzi:
- Munyaneza
Hamduni nato nel 1982, orfano di padre e di madre, che
ormai ha completato
l’istruzione presso il centro giovanile di Gatenga, frequentando con
profitto
l’ultimo anno della scuola professionale. Ora si è ricongiunto ad un
familiare
ed è in grado di autosostenersi.
- Gakuba
Adrieu, nato nel 1992 a Kigali, frequentava la 5°
elementare, sogna di diventare
medico chirurgo. Ha terminato gli studi con una votazione più che
sufficiente
ed è stato riavvicinato ad alcuni famigliari. Grazie all’aiuto ricevuto
in
questi anni ha potuto trovare una buona occupazione.
- Manirankund
Claude, nato
nel 1987 è arrivato al Centro, raccolto dalla
strada, e aveva una situazione famigliare difficile. Appena arrivato si
è
iscritto alla prima classe del
biennio
di scuola professionale per imparare il mestiere di saldatore e ora
dopo alcuni
anni di apprendistato ha trovato lavoro e vive in modo autonomo.
- Ntwari
Egide nato nel 1990, ha
frequentato la scuola professionale per elettricisti. Anche lui, come
Claude, ha vissuto una situazione difficile,
ragazzo di strada orfano di padre.
- Bazimaziki
Remy, nato
nel 1993 è già da qualche tempo al Centro, ha
frequentato la scuola di formazione per costruzione, simile al nostro
Geometra
- Uwiremeye
Stivenie, nato nel 2002, arrivato al centro nel 2011 per
frequentare la scuola. La
situazione famigliare di Stivenie è molto triste poiché la mamma è
morta di
AIDS poco dopo la sua nascita.
- Nkurunziza
Eric, nato nel 1992 , arrivato al centro nel 2011 per
terminare gli studi
tecnici, la famiglia è molto povera con altri cinque figli, non poteva
provvedere alla sua istruzione.
Dall’associazione ci hanno comunicato che non verranno più fatte
adozioni
nominative, perché in Rwanda la povertà aumenta in modo significativo
di giorno
in giorno, sia a causa della crisi che tutti stiamo vivendo, che rende
ancor
più poveri i poverissimi del mondo, sia per le continue guerre civili
che
rendono difficile l’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro e
nella
società.
Di qui la decisone di continuare ad aiutarli anche dopo la fine del
percorso scolastico, specialmente i più poveri e disadattati.
L’associazione “Giuliano n’abana” ci segnala inoltre che è stato
inaugurato
un asilo ora quasi completamente funzionante e ha già preso forma
l’idea di
riattivare e prolungare due nuovi acquedotti a Bulimbi, zona molto
povera e
rurale del Rwanda.
Fino ad oggi infatti, per reperire acqua, i bambini prima di andare a
scuola e le donne devono alzarsi all’alba, fare diversi chilometri,
tornare con
taniche d’acqua non potabile, portate sulla testa, con l’aggravante che
quest’acqua non potabile causa il diffondersi di numerose malattie
intestinali,
quali la tenia e la dissenteria. L’attivazione di due acquedotti
diventa quindi un’opera di primaria
necessità. E’ il caso di dire che il seme gettato da Giuliano sta dando
i suoi
buoni frutti, ed è compito anche nostro fare in modo che continui a
produrre in
modo sempre più copioso.
La
storia del Burundi è, come per molti Stati Africani, insanguinata da
colpi di Stato e guerre.
La più sanguinosa degli ultimi anni è stata quella del
1993 scoppiata per la rivalità etnica tra le fazioni tribali Hutu e
Tutsi, un
genocidio etnico.
Una storia che accomuna questo Stato con molti Stati della
regione; un destino sanguinoso di cui l’occidente non si può certo dire
estraneo. Colonialismo prima, interessi economici poi, hanno spesso
portato gli
Stati occidentali a chiudere colpevolmente gli occhi su quanto stava
accadendo.
Tramite volontari che si
recano regolarmente in Burundi, l’associazione “ Museke” di
Brescia, abbiamo
conosciuto e siamo in contatto con Suor Cécilie Miburo, di origini
Burundesi,
che gestisce un centro accoglienza per bambini orfani a Mutwenzi
vicino a
Gitega inaugurato nel 2003:“Casa di Nazareth”.
Il centro è gestito dalle suore di Nazareth coadiuvate da alcune suore
della congregazione Bene
Mariya. Lo scopo è dare ospitalità e favorire la
crescita di questi bambini in un ambiente sereno e protetto, almeno
fino al
sesto anno di età, dopo il quale si cerca di reinserirli presso parenti
o una
famiglia adottiva.
L’orfanotrofio è stato ampliato nel 2009 e accoglie oggi circa 75
bambini. In
questi ultimi anni, abbiamo
il piacere di incontrare, suor Cécilie che per motivi personali arriva
in
Italia, siamo felici di poter consegnare direttamente a lei il nostro
contributo economico, che suor Cécilie
dice essere assai prezioso in una terra dove
regna sovrana la povertà
assoluta.
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Abbiamo
conosciuto la missione delle Maestre Pie Venerini di Roma, in
Cameroun dal 1987, tramite
volontari che
annualmente si recavano a Ebolowa.
Suor Maria Josè, di origini Brasiliane, appartenente alla congregazione
della Maestre Pie Venerini di Roma, dal 1988 segue con molta dedizione
il
lebbrosario di Ebolowa.
Il lebbrosario di Ebolowa
è nato intorno al 1913, ma nel corso degli anni
ha conosciuto molti cambiamenti, suor Maria Josè si occupa anche dei
malati di
altri due lebbrosari: Nkoessonbo e Nkongomrlene, di cui è
responsabile.La
lebbra è stata sconfitta, ma rimangono le conseguenze, specialmente gli
anziani
hanno ancora bisogno di cure.I ragazzi attualmente presenti e ospiti
dei
lebbrosari, per frequentare la scuola, ogni giorno percorrono diversi
chilometri a piedi. Il pomeriggio, al ritorno, mangiano quel poco che
trovano e
si accontentano della umile vita del villaggio del lebbrosario.
Hanno un gran
desiderio di riscatto, la voglia di cambiare e di trasmettere tale
desiderio di
cambiamento anche alla gente con cui vivono.
Sono giovani validi, capaci, con
buone capacità di studio, testimoniate dai buoni esiti alla fine
dell’anno
scolastico, hanno una forte determinazione, che però troppo spesso si
infrange
contro l’impossibilità economica di proseguire gli studi.Annualmente, inviamo il nostro aiuto
economico tramite
bonifico bancario, direttamente sul conto delle missionarie a Ebolowa,
per
aiutare suor Maria Josè e suor Maria nelle difficoltà quotidiane tra
gente
estremamente povera e bisognosa di cure. Suor
Maria Testa, di origini Italiane, è responsabile di una casa
accoglienza per ragazze e
di una scuola
materna che ospita più di 150 bambini.
Suor Maria aiuta queste ragazze, spesso ragazze-madri, ad imparare
l’arte
del cucito e del ricamo, insegna a tingere le stoffe e cerca di dare
una
speranza di vita migliore a loro e ai loro bambini .
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Abbiamo
voluto contribuire
con un versamento di € 500,00 annui, all’iniziativa della dott.ssa
Paola Rocca
di Bergamo, che è impegnata nella lotta contro l’AIDS, in Tanzania dove
ha
fondato la casa per bambini orfani, inaugurata nell’agosto 2012, a Dodoma,
capitale
della Tanzania
Il suo impegno è quello di negativizzare in questi bimbi il
virus dell’HIV.
E’ stata inoltre inaugurata, sempre nel villaggio della speranza
di Dodoma, la casa per anziani dove è sempre presente il contributo
lavorativo
della dott.ssa Rocca.La casa è stata dedicata e Doris, la più giovane
ospite
persa dalla comunità per i malati di Aids fondata dalla dott.ssa Rocca, una ragazza nigeriana con
una storia di
violenze e maltrattamenti, morta ventenne, che in Paola aveva trovato
una seconda
mamma
In
Senegal abbiamo collaborato con Licia e Mandir
per la realizzazione del progetto “LIBASSE NIANG”
che è consistito nella costruzione di una
scuola a Malika
vicino a Dakar.
La scuola, aperta ormai da alcuni anni, ospita
circa 400 bambini dai tre ai tredici anni, per il ciclo scolastico che
va dalla
scuola materna a quella professionale.
Abbiamo organizzato il carico di alcuni containers
con arredamento scolastico usato, recuperandolo presso le
amministrazioni
comunali locali.
Abbiamo inoltre inviato aiuti economici per
aiutare i ragazzi in difficoltà a proseguire gli studi.
L’Uganda
è uno stato dell’Africa Orientale che
conta una popolazione di circa 30 milioni di abitanti e come la maggior
parte
degli stati africani è estremamente povera.
L’economia versa in condizioni
precarie e il sistema dei servizi, dell’istruzione e della sanità
presentano
problematiche di non facile soluzione. Il nostro contributo in Uganda
viene dato in tre
modi diversi:
Da diversi anni
mandiamo
un contributo di €
500 annui a Kitgum,
dove c’è una
missione di suore comboniane.
Ci fanno sapere, tramite suor Maria, che questi
soldi vengono destinati ai bambini orfani ed ammalati. Al momento hanno
iscrizioni per 500 bambini alle elementari e una quarantina alle medie.
Tutti
questi bimbi, proprio perché orfani o ammalati, sarebbero lasciati soli
a sé
stessi oppure forzati a svolgere i lavori più umili.
Dietro ciascuno di questi
bambini, ci fa sapere suor Maria, c’è una storia di dolore e di
soprusi.
Ospitarli in una scuola vuol dire quindi toglierli dalla strada e far
ritrovare
loro la gioia e la serenità di vivere.
Un contributo di € 1.000,00 annui viene portato
direttamente da un nostro volontario, Oliviero, a Matany, dove ogni
anno
trascorre più di un mese della sua vita, come volontario.
Questo nostro contributo è stato utile per
acquistare: sedie per disabili, latte in polvere, farmaci ecc.., suor
Rosaria
Marrone che ha ricevuto un contributo da Oliviero ci ha scritto di aver
realizzato un progetto di lavoro per due donne acquistando galline e
organizzando così un allevamento per la produzione delle uova. Suor
Roma Tecle,
responsabile del centro sanitario Kanawat di Kotido a Kampala, ha
invece potuto
acquistare medicinali per i suoi tantissimi ammalati.
Infine annualmente viene erogato un contributo di
€ 500,00, alla missione di Padre Luigi Sala che svolge la sua opera ad Angal
nel nord dell’Uganda da più di cinquant’anni. Anche qui regna sovrana
la
povertà e la malattia.
Ci dice padre Luigi che il loro ospedale ospita in
media 220 bambini colpiti dalla malaria e dalla malnutrizione e quattro
medici
sono costantemente impegnati nel cercare di salvare questi piccoli e le
loro
mamme.
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BURKINA FASO
Avendo
partecipato al “Progetto di Solidarietà” sponsorizzato dal Comune di Ranica per
l’anno 2017/2018 al quale hanno aderito varie organizzazioni del Paese e che
aveva come oggetto il sostegno di un’organizzazione umanitaria del BURKINA
FASO, siamo venuti a conoscenza dell’A.S.H.
Trattasi
di una associazione no-profit nata nel 2006 per garantire il benessere delle
persone invalide della capitale del Burkina Faso. Ci lavorano 28 membri attivi
con un bacino di utenza di circa 450
Noi abbiamo
saputo dell’esistenza di questa associazione tramite la Signora Adelaide
Kantiono, originaria del posto e sposata ad un bergamasco.
Questa
signora fa la spola tra la propria abitazione di Seriate e il Burkina Faso in
quanto molto attiva nel cercare di realizzare una struttura che possa ospitare
ed aiutare le persone affette da handicap.
L’associazione
A.S.H. ha come scopo quello di formare handicappati fisici. professionalmente e socialmente queste
persone che, altrimenti, vivrebbero ai margini della società, al fine di
aiutarle ad entrare nel mondo del lavoro o di sostenerle economicamente per
avviare attività in proprio.
E’
dunque ovvio che i volontari dell’A.S.H. siano alla ricerca di fondi destinati
al finanziamento di questo Centro di Formazione per handicappati in fase di
costruzione. Nello specifico il centro è formato da tre spazi principali aventi
tre funzioni ben distinte: la formazione, l’amministrazione e l’accoglienza.
Ognuno
di questi spazi che occupano una superficie di circa 300mq, è composto da
laboratori per la pittura, la ceramica e il cucito, c’è pure la farmacia, un
deposito, un ufficio e diversi dormitori. Tutti questi ambienti sono
distribuiti in 15 cupole, 5 per unità, attorno ad un centro comune, una piazza
aperta e protetta dalle chiome di tre grandi alberi.
Per
la realizzazione di questo centro è stata preventivata una spesa di 78.000
euro. Le opere sono iniziate nel 2014 ma sono destinate a proseguire molto a
rilento per la mancanza di fondi necessari alla loro realizzazione.
E’
per questo che, avendo valutato l’importanza del progetto, abbiamo deciso di
inserire questa associazione fra quelle alle quali va il nostro sostegno
economico, nella certezza che ogni persona aiutata a superare il proprio
handicap e ad essere quindi più autonoma e indipendente, sarà una persona che
vivrà una vita estremamente più realizzante e di soddisfazione.
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americhe
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Il nostro impegno in Perù si concretizza
nell’adozione a distanza di bambini che si trovano in condizioni
particolarmente difficili e che vivono a Huaycan, dove opera una
missione di
Padri Monfortani.
Dal 1997 la nostra associazione cerca di dare una
mano almeno per sopperire alle carenze di carattere economico, inviando
una
volta l’anno una somma che viene distribuita mensilmente a questi
bimbi, dopo
aver verificato che le loro famiglie utilizzino con diligenza quanto
ricevuto.
In questi anni abbiamo aiutato,
adottandoli a distanza numerosi bimbi e tra gli altri
ricordiamo con affetto:
Attualmente i nostri cuccioli in Perù sono due:
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Fengie Raquel Barrios Mendoza, si è trasferita con la famiglia e non è piu seguita da noi in sua vece abbiamo adottato :Dayron Turpo Mamani : nato il 08 agosto 2009Situazione
familiare: Al momento la famiglia vive tutta insieme a mamma e papà, a casa sua
il marito di Zósimo lavora come assistente edile, non ha un lavoro sicuro a
volte quando il lavoro è finito deve cercare un altro lavoro come vendere
dolci, o vomitare schiarite dalle case. A causa della sua malattia, la madre
non può andare a lavorare finché non si riprende, ha una paralisi alle braccia,
è in cura con vesciche e ha 7 vesciche durante la settimana ed è per questo che
non può lavorare a sostegno del marito, ne hanno 3 figli e una figlia. Ha
terminato gli studi liceali e per via della pandemia non può andare né a
studiare né a lavorare perché ancora non c'è niente Situazione scolastica: Dayron
è un ragazzo che si impegna negli studi e sta ottenendo buoni voti, soprattutto
in matematica, è molto attivo e sostiene i suoi compagni, gli piace molto il
calcio ma non può fare esercizio perché quando è nato aveva dei problemi il suo
corpo è molto flessibile e può avere problemi di frattura e deve eseguire
terapie acquatiche per sostenere le sue ossa ma a causa della mancanza di
economia non è stato in grado di eseguire conosce la situazione della sua
malattia e si prende cura di se stesso così come per non avere complicazioni
non ho potuto fare molta attività deve stare molto attento. Vuole ringraziare
in anticipo per l'aiuto ricevuto.
Jeremy Gonzalo: nato il 26 agosto 2007
Jeremy soffre di
autismo ed è nato da una violenza subita dalla madre. Frequenta una
scuola
specifica che lo possa aiutare nelle sue problematiche. Il fratello
Esthefany
di 9 anni, non è stato riconosciuto dal padre. Come se non bastasse la
mamma di
questi bimbi, signora Elisabeth, vive col fratello che ha problemi di
alcolismo, in una zona ad
alto rischio
di violenza.
Si guadagna da vivere
sbucciando verdure.
Questa
è una storia bellissima!
Il 30 luglio 1974 nasce a Sarnico –BG– Marco
Roberto Bertoli, sin da piccolo scopre di avere il desiderio di
abbandonare
tutto e tutti per dedicarsi anima e corpo ad un progetto lodevole:
accogliere
bambini che provengono dalla strada e insegnare loro a leggere,
scrivere, far
di conto….. offrire loro un pasto caldo ed un tetto, garantire una
formazione
professionale per camminare poi con le proprie gambe, far conoscere una
vita
dignitosa e soprattutto donare un sorriso, una carezza e un po’ d’amore.
E’ così che a dicembre del 1995 Marco parte per
il Brasile al seguito di padre Luigi Rebuffini, missionario bresciano,
che ha
speso la propria vita per la povertà brasiliana.
Nel 1998, dopo alcuni anni
trascorsi a conoscere la realtà del Paese che lo stava ospitando,
capisce che è
giunta l’ora anche per lui di costruire qualcosa.
Dopo i primi tentativi, sempre ostacolato dai
poteri forti locali, finalmente nel settembre del 2000 Marco riesce ad
acquistare a Barbacena,
320 ettari di terreno, dove nell’arco di quindici mesi
verrà realizzata la “Città
dei ragazzi” che ospita stabilmente 120 ragazzi che
vivono in comunità, mentre altri 300 circa frequentano le scuole, i
corsi, le
attività varie e tornano a casa la sera.
Nella grande famiglia di Marco è entrata a far parte
anche Eliete, una dentista di Barbacena, prima come volontaria nella
missione,
poi come moglie ha dato a Marco un figlio meraviglioso.
Và da se che Marco ha bisogno di tanto aiuto,
anche a livello economico, dal 2003 in collaborazione con l’Associazione “ Il padre pellegrino”
nata per sostenere
Marco, la nostra associazione invia annualmente la quota di adozione
per sei
ragazzi .
Questo sostegno ha comportato tra l’altro l’adozione di:
- Fernando
Reis da Silva : nato il 25 Marzo 1991
- Marcus
Vinicius da Silva : nato il 3 Agosto 1990
- Karolaine
Martins Marcal : nata il 24 Aprile 1997
- Kelly
Aparecida de Souza : nata il 19 Ottobre 1997
- Leandro
dos Santos Reis : nato il 4 Gennaio 1991
- Agnaldo
Antonio Da Silva Filho : nato il 24 Ottobre 2002
- Livia
Ferreira Nunes da Silva : nata il 12 Agosto 2004
- Bruno
Valeriano Ferreira : nato il 23 Marzo 1997
- Natalia
Mara Lopes Silva : nata il 6 Marzo 1996
- Julio
Cesar Geremias de Carvalho : nato il 7 Novembre 1998
Attualmente il nostro sostegno è
destinato a:
Arianny
Adriano de Olivera: nata l’11 marzo 2011
la sua famiglia è molto povera e spesso viene aiutata
da persone caritatevoli. Arianny è intelligente, ama giocare con le
bambole. La bambina è esterna.
Nayara de
Paula Barbosa: nata il 6 febbraio 2006
la sua famiglia è numerosa e molto povera.
Suo padre è più presente della madre nell’educazione dei figli, cosa
molto
rara in Brasile.
Nayara ha due fratelli in missione: Guilherme e Vinicius, Nayara ama
molto
giocare a bambole, è dolce e carina.
Kaua Vitor de
Paula: nato il 14 aprile 2006
si
trova
in missione col fratello Ryan di tre anni più piccolo. La mamma non sa
chi sia
il padre e non ha una casa per accogliere i figli, così durante le
ferie
vengono ospitati da alcuni volontari della missione.
Kaua è un bambino timido e molto triste a cui piace molto pescare e
nuotare: il bambino è interno.
Brener Junio
Murad dos Reis : nato il 10 aprile 2007
è fratello di Bruno anche lui ospite al san
Michele.
La famiglia è molto povera, riesce con difficoltà a
soddisfare i bisogni essenziali e i bambini arrivano a scuola sempre
con molta
fame. La madre sembra avere problemi mentali.
Brener è molto intelligente, ma ha un
temperamento difficile, ama le
cose fatte a modo suo. E’ molto bisognoso di affetto
Pedro Rafael de Souza Almeida Nato nel 2012, Pedro è un ragazzo che vive in una famiglia
molto difficile. La mamma, a causa delle continue aggressioni del compagno, se
n’è andata lasciando soli tre figli e nessuno sa dove sia andata ad abitare. Il padre cresce con molta difficoltà i bambini, tenuto conto
che il lavoro lo costringe a viaggiare molto, per questo conta molto sull’aiuto
del San Michele e sulla scuola di San Francesco d’Assisi. In mezzo a queste difficoltà Pedro si dimostra educato,
affettuoso, intelligente e soprattutto volenteroso. Bruna de Fatima Souza Nata nel 2014, Bruna è una bambina molto allegra e
intelligente, abita con la mamma ed i fratelli.La mamma è dedita alla droga e alcool ed ha tentato il
suicidio; a volte esce di casa e non si fa vedere per giorni. Spesso la trovano
nella casa dei vicini o dagli zii, che a loro volta vivono nella stessa
situazione. I bambini sono stati affidati al San Michele dove trovano
aiuto nelle loro necessità, amore e affetto, cibo, cure mediche e istruzione.
Gabriela
Hespanhol Vieira: nata il 14 agosto 2007 : si è trasferita con la famiglia e non è più ospite del San Michele Irineu Dos
Santos Miguel: nato il 9 maggio 2001 cresciuto al San Michele ha trovato lavoro in città
Il
12 aprile 1986 tre insegnanti appartenenti
alla famiglia religiosa delle “Piccole apostole della scuola cristiana”
di
Bergamo, tra cui Letizia Tironi di Alzano Lombardo -BG-, partono da
Bergamo per
Esmeraldas,
un agglomerato di “barrios” (quartieri) sulla costa del Pacifico,
in Equador.
Le “Misionares” si integrano subito nel contesto
locale. Si occupano di scuola dalla materna alle medie, coordinano
gruppi di
catechismo e di famiglie, animano la vita delle parrocchie, assistono
ammalati
e carcerati in una presenza pastorale a 360 gradi, dalla parte dei più
poveri,
per promuovere vangelo e cultura.
Tanto è stato fatto in questa terra, tanto rimane
ancora da fare. Per questo che dal 2003 ci siamo impegnati a inviare a
queste
missionarie un’offerta annuale, destinata inizialmente ad adozioni a
distanza
per accompagnare alcuni ragazzi nei loro studi, visto le difficoltà
economiche
delle famiglie.
- Cristian,
Jerison e Yimena Caicedo Arroyo,
- Genesis
Quinones,
- Veliz
Palma Milena e Juan Fernando
Vivas,
- Palma
Preciado Amayra
Ora le missionarie ci hanno comunicato che hanno lasciato
Esmeraldas, ormai trasformata e dotata di belle scuole, per trasferirsi
in
una nuova missione a PUNIN in provincia di Riobamba, sempre in Equador.
La
popolazione è indigena ed è distribuita in 23 comunità, collocate a
varia
distanza l’una dall’altra e dal centro della città dove la missione è
stata
ricavata da un vecchio ospedale da campo.
PUNIN
si trova ai piedi del vulcano Chimborazo
la cui cima è sempre
innevata a circa 3000 metri.
La scolarizzazione degli abitanti è piuttosto
limitata anche per le grandi distanza delle comunità dal centro.
Le missionarie ci hanno quindi comunicato che,
anziché sostenere con i
contributi che ricevono dalle varie associazioni, alcuni bambini in
modo
specifico, questi contributi vengono utilizzati per sostenere progetti
in
favore delle comunità, povere, e senza mezzi, oltre che naturalmente
sostenere
tutti quei ragazzi che ne hanno bisogno.
Verrà meno per noi il piacere di
sapere quali sono i bimbi che hanno usufruito del nostro aiuto, ma
siamo certi
che quanto verrà devoluto dalla nostra associazione sarà utilizzato nel
migliore dei modi da queste missionarie che stanno spendendo la loro
vita in
Equador.
12
gennaio 2010 ad Haiti ha inizio la devastazione causata da un terremoto
con scosse di magnitudo 7.0 e con epicentro a 15 chilometri dalla città
di
Port-au-Prince,
capitale dello stato caraibico di Haiti. Le persone colpite dal sisma risulterebbero essere state più di 4
milioni,
mentre i morti accertati sono stati più di 220.000. Non potevamo
rimanere insensibili a questa catastrofe naturale che ha
colpito così tanta gente, per cui tramite l’interessamento di suor
Letizia,
nostra compaesana missionaria in Equador, siamo venuti a conoscenza che
ad
Haiti operano in prima linea, nella tragedia del terremoto, i
missionari
camilliani che tra le altre cose, gestiscono l’ospedale pediatrico
“Saint
Camille” a Port-au-prince. Abbiamo quindi provveduto a versare in due riprese 3.000,00 euro a
questi
padri missionari, che pur essendo una cifra modesta, ci hanno
ringraziato per
aver contribuito a sostenere queste popolazioni colpite dal sisma. Oggi
il nostro aiuto ad Haiti si concretizza tramite due adozioni a
distanza. I bimbi che abbiamo adottato, tramite i missionari camilliani sono: - Cedieu
Woodson nato il 30.10.2008, Cedieu è in buona salute, vive
con i genitori, due
sorelle e due fratelli. Il papà si guadagna da vivere offrendo passaggi
a
pagamento con il suo motorino, la mamma non lavora e, a seguito del
terremoto,
la famiglia vive in una tenda in quanto la casa è stata seriamente
danneggiata.
- Dolné
Dieuvanie,
nata il 30.9.2011, è
l’ultima di 11 figli.Tutti vivono in casa coperta di lamiere nella zona
più
povera della città, vicino ad una discarica. La mamma, in cambio di
cibo,
lavora come lavandaia. La piccola Dieuvanie ha problemi di
malnutrizione,
infatti sta seguendo un programma di riabilitazione presso il centro
nutrizionale dei missionari camilliani
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Europa |
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Il 29 agosto 2002, la congregazione Piccole serve del Sacro Cuore di
Gesù,
che ha diverse missioni sparse per il mondo, ne ha aperta una nel nord
della
Romania e precisamente a Buzau.
In questa missione che si trova in una terra
principalmente di religione Ortodossa, operano ormai da più di dieci
anni Suor
Laura e Suor Marie Rose, il cui compito
principale è quello di portare assistenza ai
malati poveri e visitarli
presso il loro domicilio.
Ci scrivono da Buzau che gli ammalati bisognosi di cure sono veramente
tanti, sia giovani che anziani, e tutti mostrano una forte gratitudine
nell’avere accanto una suora nel momento di sofferenza fisica, morale e
spirituale. Con il contributo economico che la nostra
associazione invia loro ogni
anno, Suor Laura e Suor Marie Rose hanno potuto dare sostegno a tre
persone in
particolare:
- A una bambina cerebrolesa che ha potuto
migliorare
le sue condizioni attraverso la chinetoterapia, la ginnastica e cure
mediche
appropriate
- A un ragazzino orfano e adottato da una vicina
di
casa, anch’essa in disagiate condizioni, in attesa di un intervento per
la
sistemazione di una protesi alla gamba
·
- A un ragazzo che da anni aspetta che qualcuno
lo
possa aiutare a sostenere un intervento alla gamba danneggiata da un
incidente.
Il nostro aiuto, ci scrivono le suore, ha riacceso le speranze non solo
nei
malati, ma anche alle loro famiglie.
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Asia
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E’
da qualche anno che diamo il nostro contributo alla missione di
Elisabetta Pelucchi in Thailandia, missione che si trova alla prima
periferia
di Bangkok ed è inserita in una parrocchia che ha una densità di
popolazione di
circa 600.000 unità per la maggior parte di religione buddista.
Le persone di
religione cristiana sono soltanto 500. Il lavoro di Elisabetta e delle
sue
consorelle è soprattutto rivolto all’aiuto dei bambini disabili, che
spesso
sono orfani, e nel dare una mano a tante persone che vivono nelle
baraccopoli.
Per
questa gente, vedere delle missionarie che amano ed aiutano
indistintamente chi
ha bisogno, è una cosa del tutto inusuale, in quanto contraria alla
loro
religione buddhista che crede fortemente nel “Karma”, per cui chi fa
bene
riceve bene e chi fa male riceve male.
Per tale motivo un bimbo diversamente
abile è qualcuno che sta scontando peccati fatti in vita precedente, e
lo
stesso la mamma che lo ha partorito. Una tale visione schiaccia la
persona
imponendole un ulteriore peso oltre quello che già sta portando, e la
lascia
nella solitudine perché stare lontano da lei è importante per non
rischiare di
precipitare nei suoi stessi errori. Le nostre missionarie, pur
esaltando i lati positivi della religione
buddhista, sono molto attente a far notare che tutti indistintamente
sono
nostri fratelli, al punto tale che esse hanno lasciato le loro famiglie
per
andare ad incontrare il Cristo in tutte le persone che più hanno
bisogno d’aiuto,
facendo quindi conoscere quello che è uno dei cardini del
cristianesimo: ama il
tuo prossimo come te stesso. Nello scritto che Elisabetta ci ha
mandato, ci fa presente che la loro
missione è possibile grazie alla preghiera e agli aiuti economici che
provengono dall’Italia, oltre ad un abbandono totale nelle mani di Dio
che le
accompagna nel loro cammino.
Siamo
in contatto con
padre Beppe Rebussi che gestisce, nella sua parrocchia di St.Petrus dan Paulus a Balikpapan Kaltim
in
Indonesia, una scuola frequentata da circa 800 allievi suddivisi nei
tre
livelli, elementari, medie e liceo.
L’Indonesia è uno stato
del sud-est asiatico composto da 17.508 isole e con una popolazione di
più di
238milioni di abitanti, per la maggioranza di religione mussulmana.
E’ una
terra per certi versi bellissima, dove si possono ammirare paesaggi,
spiagge,
mari incontaminati e dove per noi occidentali può rappresentare un
lusso
trascorrere una vacanza in strutture che si presentano lussuose e
sofisticate.
Purtroppo accanto alla
magnificenza di strutture turistiche e a zone dove esiste una grande
ricchezza,
esistono, e sono la maggioranza, interi villaggi densamente popolati,
che
vivono una povertà assoluta.
In uno di questi,
Balikpapan, padre Beppe porta avanti la sua missione ormai da
innumerevoli
anni, di origini bergamasche padre Beppe è stato ordinato sacerdote nel
1966.Il
contributo che annualmente diamo a padre Beppe viene utilizzato per
aiutare
economicamente ragazzi che altrimenti dovrebbero abbandonare gli studi.
Il lavoro da svolgere,
ci dice nella lettera che ci ha scritto a Natale, è sempre più
faticoso, anche
perché ormai sono rimasti nell’isola solo tre missionari italiani e
tutti e tre
con un’età che supera i 70 anni, con forti problemi di salute che
spesso
vengono sottovalutati per dare maggior spazio all’aiuto di chi più ne
ha
bisogno.
Ci rende molto felici
sapere che il nostro contributo è importante per gli studi di questi
ragazzi,
anche perché se aumenta l’istruzione e la cultura, aumenta anche di
conseguenza
la possibilità di combattere la povertà e la miseria di cui sono
schiavi.
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| | INDIA
CALCUTTA
A
seguito della conoscenza fortuita di una signora impegnata nella
“MISSIONE CALCUTTA ONLUS” che ha sede in Scanzorosciate, dalla quale
abbiamo avuto un’ottima impressione di serietà e concretezza, abbiamo
deciso di sostenere questa Onlus con due adozioni a distanza del
valore di 250 euro cadauna all’anno e un contributo a sostegno della
scuola sita nella Missione. Come
è risaputo, Calcutta è una regione estremamente povera dove i bambini,
ma in generale tutta la popolazione, è destinata ad una vita breve e
tormentata per mancanza del minimo indispensabile alla sopravvivenza. E’
noto a tutti il lavoro svolto in questa terra da Madre Teresa che ha
dedicato tutta la sua vita ai poveri di questa città infernale. La
popolazione di questo Paese ha da tempo superato la soglia del miliardo
ed è in continuo aumento a seguito delle immigrazioni dal vicino
Bangladesh di disperati che tentano di sfuggire alle calamità naturali
come cicloni e inondazioni alternate a periodi di grande siccità. A ciò
si aggiungono gli aborigeni delle foreste del Bengala che fuggono dalle
loro terre a seguito dello sfruttamento indiscriminato del loro habitat
ormai privo delle già scarse risorse di sopravvivenza. Questa gente che vive a Calcutta è per il 65% analfabeta, disoccupata e appartiene alle caste più basse. Infatti in India vige ancora il sistema delle Caste con stridenti ingiustizie economico-sociali. Le
scuole, gli impieghi e tutte le opportunità di carriera sono negate a
chi appartiene alle caste più basse che rappresentano la stragrande
maggioranza della popolazione. L’obiettivo
della Missione Calcutta è quello di aiutare i bambini, soprattutto
quelli dei poveri braccianti analfabeti, a studiare nel loro villaggio
d’origine,affinché non siano costretti più tardi a spostarsi in città
per mancanza di opportunità di lavoro dovute
all’analfabetismo. I
bambini di famiglie indigenti che abitano in villaggi lontani vengono
accolti negli Istituti come “studenti interni” mentre gli altri la sera
possono tornare alle loro case.Facciamo
presente che per salvare un bambino a Calcutta sono sufficienti 20 euro
mensili, 20 euro che per noi Europei sono una cifra assolutamente
irrisoria.Dopo
queste premesse, riteniamo di aver fatto una buona cosa nel decidere di
sostenere questa Missione, ed è nostra speranza riuscire ad aiutare nel
tempo un numero sempre maggiore di questi bambini.
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